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Il forno che vanta una storia cinquantenaria, fatta di conquiste, rinunce e sacrifici. La stessa storia del suo fondatore...


Pane, amore e... solidarietà!


Pubblicato il 07/01/2015. Intervista a Panificio Zappia

Una storia che affascina, che commuove, farcita di perseveranza, valori e solidarietà, di quelle che per raccontarle non sai davvero da dove partire. Il signor Antonio Zappia l’ha persino scritta di suo pugno per far conoscere a suoi posteri tutti i particolari dell’avventura della sua carriera, iniziata più di sessant'anni fa, i segreti della sua professione, i sacrifici del suo percorso, le scommesse vinte con la sua coscienza.

Una vita dedita al lavoro, senza mai perdere di vista certi valori, come il rispetto, l’impegno, la famiglia, l’onestà e la fratellanza. Il signor Antonio, classe 1940, il panettiere ha iniziato a farlo quando aveva appena 13 anni. Nei fine settimana andava ad aiutare il padre di un amico nella sua bottega per imparare un mestiere e racimolare qualche soldo da portare a casa, salvo addormentarsi sui banchi di scuola il lunedì per la stanchezza accumulata.

Quando decise di lasciare la scuola e dedicarsi completamente al lavoro?
“Quando capii che era impossibile portare avanti entrambi le cose in maniera discreta. Nonostante io avessi già capito quale fosse la strada giusta da intraprendere, mia madre mi permise di abbandonare la scuola solo dopo avermi strappato la promessa del conseguimento del diploma da privatista!”

Ci è riuscito?
“Certo che sì! Mia madre ci teneva moltissimo e io glielo avevo promesso. Nonostante il lavoro sempre più pressante, riuscii a portare a termine gli studi e, negli anni Cinquanta, iniziai anche a lavorare nel panificio di quello che sarebbe diventato il mio futuro suocero. Guadagnavo, nemmeno ventenne, una paga che mia mamma non aveva mai visto e con questa ci sfamava tutta la mia numerosa famiglia”.

Quando ha aperto un panificio tutto suo?
“Nel 1963, quando rilevai questo di corso Garibaldi, diventato poi il laboratorio di tutta la mia vita. Quando seppi che il vecchio proprietario cedeva la licenza a centomila lire, decisi di lanciarmi firmando tante cambiali: allora c’erano solo quelle! Nel ‘70 poi, di ritorno da una fiera milanese del settore, decisi di investire i miei guadagni nell'acquisto di un forno ciclotermico a gas - sono stato il primo ad averlo in Campania – e di una spezzatrice automatica, i quali mi avrebbe consentito una maggiore produzione e un’ottimizzazione del lavoro”.

Impegno e innovazione, quali sono le altri costanti della sua carriera?
“In primis la professionalità e la solidarietà. Grazie a quei macchinari di cui le ho accennato, durante il disastroso terremoto dell’80, riuscii a sfornare tantissimi quintali di panini, che furono distribuiti non solo ai miei concittadini dagli amministratori locali, ma anche inviati a Sant'Angelo dei Lombardi, uno dei paesi in assoluto più colpiti dal sisma. A tutti i porticesi in difficoltà, in quei tristissimi giorni, furono offerti viveri e il pane era quello dei miei forni, quello che io continuavo a sfornare la notte, senza sosta”.

Ha avuto qualche riconoscimento per questo suo nobilissimo gesto?
“In verità mai e non le nascondo che, tutt'oggi, quando incrocio qualche amministratore dell’epoca, ancora gli ricordo questa loro mancanza. Tuttavia, attestati di merito e riconoscimenti per l’attività, ormai familiare, non sono mancati negli anni: siamo stati inseriti nel libro dei primati mondiali per il roccocò più grande del mondo e abbiamo avuto il piacere di ospitare la troupe di “Verde Mattina” per un’intera puntata dedicata al nostro panificio”.

Ha qualche rimpianto?
“Qualcuno, ma tutte le mie scelte sono state sempre dettate dal cuore. Gliene racconto solo uno! Nel 1974 inaugurai l’azienda “Merepan”: sfornavamo circa trenta quintali di panini al giorno e rifornivano tutte le università della Campania e molte mense aziendali. Iniziammo con la facoltà di Agraria qui a Portici, per poi coprire tutti gli atenei partenopei, che si rivolgevano a noi per l’eco della bontà dei nostri prodotti. Era una soddisfazione enorme, ma anche un lavoro incessante! Negli anni Ottanta, anche per motivi di salute, dovetti scegliere tra l’azienda e il panificio e, ricordando la mia storia e le mie radici, scelsi di sacrificare la Merepan!”
Immagini

Il titolare Antonio Zappia

Panificio Zappia
Indirizzo:Corso Garibaldi, 97
Comune:Portici (Napoli)
CAP:80055
Telefono:081-470540

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