C'era una volta... il negozio di quartiere!
Pubblicato il 21/05/2015. Intervista a Alimentari Caruso 1910
Al'epoca dei nostri bisnonni non esistevano le salumerie e si andava a fare la spesa dal pizzicagnolo, termine ancora vivo nella memoria collettiva grazie all'immortale comicità di Totò, che lo nomina nella scena più famosa della commedia Miseria e nobiltà (quella del paltò di Pasuale, per intenderci!). Quella bottega, fornita di ogni genere alimentare (dalla pasta ai legumi, passando per i salumi), fungeva da vero e proprio ammortizzatore sociale del quartiere (non essendovene più di una). Oltre ad acquistare a debito, con una nota da regolare a fine mese, qui si condividevano momenti e problemi del quotidiano, trovando spesso la solidarietà del negoziante. Uno scenario familiare da oltre un secolo agli avventori degli Alimentari Caruso, storica bottega di via Moretti tramandata di padre in figlio e oggi gestita da Giorgio Caruso e da sua moglie.
Signor Caruso, la sua attività ha radici lontane. Ci fa un po' di storia?
Tutto ha avuto inizio nel 1910 con il forno aperto da mio nonno e che in poco tempo si trasformò in una pizzicheria. Altri tempi, altra gente. C'era più coesione e solidarietà tra le persone e in ciò il negozio di mio nonno era un punto di riferimento prezioso all'interno del quartiere. Per sua iniziativa si organizzavano in strada delle tavolate improvvisate per dare da mangiare ai più bisognosi.
Come rivive oggi l'eredità di suo nonno e di suo padre?
Di quel periodo conservo delle foto che spesso guardo insieme a clienti anziani, che l'hanno vissuto e che si commuovono ogni volta. Dal punto di vista del mio lavoro, quando ho aperto la nuova sede nel 2011, affiliandomi alla Crai, ho lottato con loro per conservare il marchio "Alimentari Caruso" e con esso l'impronta di "negozio di quartiere" che conservo nella sua gestione.
Come si manifesta tale impronta?
Nel mantenere un clima familiare con tutti i clienti, che a me piace considerare innanzitutto amici. Le persone che entrano qui non devono sentirsi a disagio se hanno un problema, ma sanno di poter contare sulla nostra disponibilità e sulla massima fiducia. I tempi sono cambiati ma i rapporti umani restano la sola ricetta per sopravvivere ad ogni tipo di crisi.
Che progetti ci sono per il futuro?
L'ambizione è quella di ingrandirsi ma, come dico sempre ai miei figli, bisogna fare il passo secondo la gamba e conservare la propria identità, altrimenti si finisce col perdere tutto quello che si è costruito in anni di sacrifici.
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 Giorgio Caruso | |
| Foto di AS Studio |
| Alimentari Caruso 1910 | ||||||||
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